L'Appennino bolognese era percorso fin dall'antichità da viaggiatori, mercanti e pellegrini.
Era usanza collocare immagini sacre - in particolare della Vergine Maria - a protezione di strade, valichi e ponti, e cercare ospitalità nei monasteri e nelle abbazie che offrivano ai viaggiatori protezione non solo materiale, ma anche spirituale.
Le immagini sacre, che diventavano luoghi di sosta e di preghiera, erano generalmente appese ad alberi, come ricordano molti dei toponimi (dell'acero, del faggio, del bosco, ecc.) dei luoghi di culto e santuari che in seguito vi sorsero, dapprima come semplici cappelle, in seguito trasformate in vere e proprie chiese e complessi sacri. La natura dei luoghi, selvaggia ed isolata, nel medioevo si prestò anche all'insediamento di eremitaggi e piccole comunità monastiche.
Per i pellegrini e i viaggiatori era frequente cercare ospitalità nei monasteri e nelle abbazie che si incontravano lungo il percorso, e col tempo presso tali luoghi vennero create locande ed ospitali che offrivano accoglienza e ristoro. Ve ne erano, ad esempio, presso i santuari della Madonna dell'Acero, della Madonna di Montovolo, della Madonna dei Fornelli e di quella di Boccadirio.
In alcuni casi, come a Montovolo, sorsero complessi di notevole importanza, dove si convogliavano i traffici commerciali con la vicina Toscana, dando vita a fiere e mercati annuali, e a nuovi borghi. Il centro di Monghidoro, il cui antico nome - Scaricalasino - ricorda appunto la tappa che qui facevano i mercanti, sorse proprio intorno ad una di queste fiorenti abbazie. I santuari e i luoghi di culto offrivano ai viaggiatori protezione non solo materiale, ma anche spirituale, e questa particolare vocazione si ritrova anche in tempi più recenti, come nel caso della Madonna degli Emigranti a Gaggio Montano, la cui benedizione accompagnò coloro che partirono in cerca di lavoro oltreoceano, all'inizio del XX secolo, in quello che fu un vero e proprio esodo che lasciò spopolati molti dei piccoli centri dell'Appennino.
Le immagini sacre furono inoltre ritenute taumaturgiche durante le pestilenze e le epidemie di colera, ed erano oggetto di profonda devozione popolare, che si esprimeva attraverso solenni processioni durante la festa dell'Ascensione, in alcuni casi ancora oggi riproposte, come ad esempio quelle della Madonna dei Fornelli, della Madonna delle Grazie di Boccadirio, della Madonna di Brasa e della Madonna del Faggio, o della Madonna dei Boschi a Monghidoro.
Purtroppo, poiché in questa zona tra il 1944 ed il 1945 si attestò la cosiddetta "linea gotica", molti di questi santuari furono gravemente danneggiati, ed in alcuni casi completamente distrutti (Madonna del Sasso e della Rocca di Badolo, S. Maria di Zena, santuari di Rodiano e Calvenzano, Madonna di Brasa, Madonna degli Emigranti) dai bombardamenti alleati, e l'aspetto attuale è dovuto alle ricostruzioni del dopoguerra.
I SANTUARI DELL'ITINERARIO: Bologna - Madonna di San Luca Sasso Marconi - Madonna del Sasso
Sasso Marconi - Madonna della Rocca di Badolo
Marzabotto – Pieve di Panico Marzabotto – Monte Sole, Chiesa di Casaglia
Grizzana Morandi - Santa Maria della Consolazione di Montovolo Camugnano – Oratorio di San Luigi
Camugnano - Santuario Madonna dei Sette Dolori di Frascari
Castiglione dei Pepoli - Madonna delle Grazie di Boccadirio Prato – Santa Maria di Montepiano
Prato – Sant’Anna in Giolica
Per info, cartine e percorsi si consiglia la guida:
La Via dei Santuari, CAI Bologna e CAI Prato (1999), Tamari Montagna Edizioni, Padova